Un breviario di tecniche per risolvere i problemi umani e per imparare a non crearli. Lo spionaggio inglese, il maggio francese, la rivoluzione culturale cinese, la pornografia, l’utopia, l’agorafobia, Wittgenstein, Kruscev, Kavafis, Groucho Marx – “exempla” o modelli di una teoria del cambiamento, per un mondo dove abitualmente plus ça change plus c’est la meme chose.
Paul Watzlawick (professore di psichiatria alla Stanford University e ricercatore al Mental Research Institute di Palo Alto) è il principale autore di Pragmatica della comunicazione umana. Pubblicata negli Stati Uniti, in Inghilterra, in Francia, in Italia nella presente collana, e in quasi tutto il mondo, l’opera di Watzlawick può a buon diritto definirsi una ‘summa’, straordinariamente lucida e organica, delle ricerche svolte dal cosiddetto Gruppo di Palo Alto sotto la guida teorica di Gregory Bateson e quella clinica di Don D. Jackson – e la sua diffusione viene qui sottolineata perché ipotesi e teorie in essa formulate hanno trovato, come raramente accade, una pronta verifica su un terreno pratico anche in contesti socioculturali assai diversi da quello statunitense.
Il richiamo alla Pragmatica è necessario perché il presente libro ne è lo sviluppo coerente. L’accento è ancora posto sugli aspetti ‘pragmatici’ della comunicazione umana, sul che cosa accade ‘qui e ora’, anche se a essere studiati sono fenomeni antichissimi quali la persistenza e il cambiamento nelle vicende umane. “Di teorie sul cambiamento ce n’è a bizzeffe”, scrive Milton H. Erick-son nella prefazione, “ma è la prima volta che in una teoria del cambiamento viene assunto seriamente ad oggetto di analisi il cambiamento stesso per accertare sia come si verifica spontanea mente sia come si può provocarlo”.
Se in ultima analisi gli autori elaborano una teoria del cambiamento, occorre però tener presente che il percorso da loro compiuto va dalla pratica alla teoria (e non viceversa). La pratica è quella esercitata al Brief Therapy Center di Palo Alto, fondato nel 1966 da Richard Fisch (psichiatra, ricercatore come Watzla-wick e Weaklanfl al Mental Research Institute) e da lui diretto unitamente a John Weakland (antropologo, collaboratore di Bateson nella messa a punto di uno studio ormai classico della letteratura psichiatrica, “Verso una teoria della schizofrenia”, tradotto in // doppio legame, a cura di C. E. Sluzki e D. C. Ransom, Astrolabio 1979).
Gli autori non divulgano risultati, ma non temono di dare indicazioni precise e di proporre alternative concrete a una ‘psicoterapia diventata un processo inumano’ se a farne le spese è la sofferenza reale dei pazienti. Avvertono infine che i principi da loro individuati possono anche valere per i grandi sistemi sociali e le relazioni internazionali e aprono così un discorso con un pubblico ben più vasto di quello degli psicoterapeuti, cioè con tutti coloro che non sono affatto disposti ad accettare lo stato attuale delle cose pur sapendo che non saranno mete utopisti-che a cambiarlo. Di Paul Watzlawick è inoltre apparso, in questa collana, La realtà della realtà, nonché il volume La prospettiva relazionale (curato assieme a J. H. Weakland), che raccoglie i più significativi contributi del Mental Research Institute.