La finestra dei bambini
Una filastrocca per riflettere sulla comunicazione delle emozioni
La finestra dei bambini
Oh, finestra, finestrina,
apriti per me stamattina,
quello che volevo dirti
ce l’ho nel cuore,
tu non stupirti…
me lo racconta il tuo amore!
Volevo solo più felicità,
far stare bene mamma e papà!
Finestra mia, non chiuderti mai,
che tu mi ascolti,
è importante, lo sai!
Noi bambini vogliamo attenzione,
abbiam bisogno di esser gioiosi,
tu ci regali tanta emozione,
i grandi, a volte, son proprio noiosi,
li vuoi abbracciare e son stressati,
ma, ahimè, noi vogliamo essere amati.
Oh, finestrina, diglielo tu,
che un attimo, un’ora,
non voglio di più.
Adesso io vado e un bacio ti do,
andrò a sognare e più sereno sarò!
(Angela Aniello)
Ogni bambino ha una finestra che racchiude una grande ricchezza, se si sbircia dentro si può vedere un mondo meraviglioso, pieno di colori allegri, di storie bizzarre, ma anche zone tristi e buie; e quando il mondo dei bambini si tinge di colori scuri spetta agli adulti spalancare quella finestra e far entrare luce per permettere ai bambini di tirare fuori tutti i loro vissuti e le loro emozioni.
I bambini hanno sempre molto da dire, non ho mai conosciuto nessun bambino tanto timido e “chiuso” da non riuscire a parlare per ore, hanno solo bisogno di qualcuno che li ascolti perché, parlando, si misurano con le proprie capacità espressive, si confrontano con il loro mondo interiore. Solo parlando i bambini riescono a sciogliere il groviglio di idee, parole, sentimenti ed emozioni che hanno dentro e la cosa più bella che può fare chi ascolta è raggomitolare con ordine e pazienza i loro vissuti, restituendoli ai bambini con entusiasmo, in una forma più chiara, comprensibile e sicuramente più facilmente accettabile per loro.
Ma la frenesia di ogni giorno spesso impedisce agli adulti di dedicarsi ai propri bambini e il poco tempo, che sia ha a disposizione per la famiglia, finisce spesso per essere un tempo di stress e di fatica in cui spesso si vive il fallimento dell’azione educativa.
Ma i bambini ci forniscono già la soluzione:
“Oh, finestrina, diglielo tu,
che un attimo, un’ora,
non voglio di più”
Più che la quantità del tempo che si dedica ai bambini, conta la qualità. Può trattarsi di “un attimo o un’ora”, ma se intensi e vissuti a pieno valgono moltissimo, valgono più di un sacco pieno di regali, più di un intero guardaroba nuovo, molto molto di più…
a cura della Dott.ssa Santa Maggio
Ho aspettato molto tempo per leggere qualcosa di così bello e interessante.
Grazie!