La scuola rappresenta il secondo agente di formazione per il bambino, seconda solo alla famiglia. Il ruolo che è chiamata a svolgere in termini formativi ed educativi è notevole. In tal senso è fondamentale l’operato del corpo didattico, in primis dell’ insegnante, che con la collaborazione genitoriale, crea le premesse affinchè possa realizzarsi un’ alleanza d’ intenti che abbia al primo posto, nella scala valoriale comune, il benessere psico-fisico dei bambini . Esistono bambini che vivono la dimensione scolastica in modo ansiogeno, persecutorio, anche se si presentano condizioni favorevoli, in termini di gruppo classe ed insegnante. Bambini che non imparano come gli altri in quanto presentano una difficoltà legata all’ apprendimento, che li fa sentire “diversi” rispetto alla restante parte dei loro compagni.
Circa il 5% dei bambini in età scolare presenta Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) – comunemente chiamati Dislessia, Disortografia, Disgrafia, Discalculia – che implicano difficoltà nell’acquisizione e nell’automatizzazione delle abilità di lettura, scrittura e calcolo. Un DSA può influenzare significativamente il percorso scolastico del bambino, il suo sviluppo emotivo e la costruzione di un’adeguata stima di sé.
Il percorso diagnostico prevede la somministrazione di test cognitivi, di apprendimento scolastico e di approfondimento neuropsicologico, come previsto dalle Linee Guida della Consensus Conference nazionale. Il percorso terapeutico ha l’obiettivo di potenziare le competenze del bambino nelle aree deficitarie, di fornire strumenti compensativi per il raggiungimento di una maggiore autonomia nell’esecuzione dei compiti a casa e di promuoverne il benessere scolastico.