Può accadere a volte di vivere situazioni di stress, sofferenza, disagio, malessere, blocchi decisionali; si possono provare tristezza, disperazione, depressione. Altre volte l’autostima è bassa e provoca svalutazione e ci nega opportunità di vita migliori. In tutte queste circostanze ci ci può chiedere cosa sta accadendo chiedendo aiuto ad uno Psicologo.
Lo Psicologo aiuta a capire il perché la persona vive questi stati di malessere, di disagio, di blocco, di paura, delle relazioni che non funzionano più come si desidera, ricercando un senso a ciò che sta succedendo e dando allo stesso tempo un sostegno emotivo.
Se una persona va dallo Psicologo innanzitutto vuol dire che ha una capacità di analisi della propria situazione migliore di chi ritiene di non averne bisogno pur attraversando una crisi protratta o cronica. E’ una persona che riconosce un problema e vuole tentare di risolverlo, scegliendo una delle risorse e gli strumenti sociali più adatti a tale scopo, oppure è una persona che comprende che andare dallo Psicologo può prevenire l’aggravarsi di problemi che potrebbero condurre ad un disagio psicologico o fisico più grave di quello attuale.
Chi sta male da tempo e rifiuta di andare da uno Psicologo spesso non è più in grado di trovare soluzioni razionali ai propri problemi, pensa di essere onnipotente e di poter risolvere tutto da sé o ancora pensa che tutto si risolverà magicamente da solo. Qualche volta è solo diffidente o ha paura di dover affrontare una situazione nuova che crea ansia. Ma se lo psicologo non è il “medico dei pazzi” quando va interpellato?
Si può rivolgere allo Psicologo qualunque persona senta il bisogno di una consulenza specialistica: dall’individuo in difficoltà, al genitore che aspira ad avere migliori relazioni con i figli, ad una famiglia che ha l’intenzione di adottare un bambino, agli operatori che lavorano nel sociale che desiderano collaborazioni e consulenze, alle aziende o imprenditori per far fronte a questioni di carattere organizzativo e/o relazionale. Queste sono unicamente talune ipotesi tra le tante probabili. Esistono alcune fasi della vita di ciascuno che possono essere tipicamente faticose da gestire, spesso episodi “abituali” che danno origine a conseguenze più o meno angoscianti, a seconda dell’individuo, della circostanza e dalla realtà che lo circonda (famiglia, lavoro, amici).
E’ utile rivolgersi ad uno Psicologo, quando sono presenti dei blocchi che non permettono di vivere tranquillamente e di avere la completa padronanza di se stessi (ad esempio in circostanze di blocco decisionale, di tristezza, di ansia, di stress, di malessere, di disperazione, di autosvalutazione, di sofferenza, di depressione, di lutto, di incomprensione), e nella totalità delle circostanze in cui si prende conoscenza che le soluzioni, utilizzate in modo autonomo, si sono dimostrate scarsamente adeguate a stare meglio.
Ogni cambiamento può essere vissuto come destabilizzante, non solo gli eventi “eclatanti”, ma ad esempio anche cambiare lavoro o casa, laurearsi, andare in pensione, sposarsi, avere dei figli ecc., dal momento che può essere associato da vissuti ansiogeni o depressivi per la manifestazione di un “qualcosa” che sta mutando.
Pertanto possono ricorrere allo Psicologo: singoli cittadini, cooperative sociali, istituti scolastici, istituti di ricerca, istituti di pena, istituti bancari, consultori familiari, tribunali, gruppi sportivi, studi legali ecc.
Chiedere aiuto non è affatto un segno di debolezza o di insufficiente indipendenza, bensì indica, al contrario, la volontà di chiarire e conseguire i propri obiettivi. I percorsi psicologici non sono rivolti unicamente agli individui che vivono un momento di disagio o di malessere, ciò nonostante possono essere avviati ugualmente da individui che godono di un buon livello di benessere generale, ma che si trovano momentaneamente nella situazione di beneficiare di un focus esterno ed obiettivo in relazione a decisioni e situazioni di vita complicate.